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A chi tocca parlare d'amore, dire l'amore? Agli studiosi, ai filosofi, senza dubbio; agli osservatori di costume, può darsi; agli autori di canzoni, sempre più spesso; anche all'uomo qualunque, naturalmente. E i poeti? Non sono sempre stati loro i depositari della sapienza o della follia amorosa? Così è sicuramente per Verlaine, poeta 'maledetto', segnato da una specie di predestinazione all'inquietudine e alla turbolenza, capace di grandi slanci mistici, di purezza e delicatezza, come pure di ardore sensuale, lussuria ed esaltazione. Languido e indolente a volte, sfrenato e insaziabile altre. Sempre irresoluto, anche quando si propone stabilità e moralità, 'eterno fanciullo' sperduto, che chiede affetto e accoglienza, che desidera un'anima in cui distendersi, un corpo in cui inabissarsi. |