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Книги Rea Ermanno
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«La fine dell'Ilva di Bagnoli e della Napoli operaia sono i veri protagonisti di questo romanzo di Ermanno Rea. Per una serie di ragioni industriali e di inefficienze manageriali e statali, nel 1997 viene dichiarato il fallimento della storica acciaieria di Napoli. A Vincenzo Buonocore, un ex operaio poi diventato tecnico specializzato, viene affidato l'incarico di smontare la fabbrica. È il racconto in prima persona della sua esperienza di fabbrica a fare da filo rosso della vicenda e a permettere di ricostruirne i passaggi industriali e sociali. Nel suo atto estremo, nel suo smontare la fabbrica «bullone per bullone», Buonocore mette tutta la sua dignità e il suo orgoglio di classe. Lo sfondo è illuminato dai flash delle antiche lotte contro un ridimensionamento che già preannunciava la fine. La dismissione della fabbrica racconta una sconfitta storica, quella della cultura operaia fatta di etica del lavoro, presidio di legalità in una città come Napoli da sempre terra di conquista di una camorra estremamente pervasiva. «Perché una volta che si è permesso di chiudere la fabbrica con la sua cultura del lavoro legale, la camorra si sostituisce e crea lavoro illegale e alti guadagni, inquinando tutto il territorio.» |
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Due racconti esemplari in cui l'autore, fedele ai suoi temi più cari, con sguardo acuto e fermo scruta il nostro presente e lo fotografa, lo mette a nudo sulla pagina in uno stile terso e pulito, perfetto. Napoli e la sua gente, il presente e il passato di una città e di un'intera nazione affamate di speranza e di futuro. Ermanno Rea torna con La comunista sui suoi passi, torna a Mistero napoletano, ma il personaggio che ci presenta non è più, come in quel vecchio romanzo, una donna in carne e ossa, bensì il suo fantasma, una creatura evanescente anche se, a momenti, terribilmente reale, capace di parlare, sorridere, piangere, come quando era viva e colmava ogni possibile vuoto con la sua incontenibile esuberanza. Anche adesso, benché fantasma, Francesca riempie di sé la scena del racconto, svelando pian piano la ragione del suo ritorno a Napoli. Anche L'occhio del Vesuvio è una storia che ha, a sua volta, i colori e lo spessore dell'allucinazione. La trama è lineare, benché sovrastata dalla presenza minacciosa del Vesuvio, trasformato esso stesso in attore, personaggio neppure troppo secondario della vicenda. Distruggerà Napoli? La domanda è ripetutamente evocata, soprattutto dal co-protagonista del racconto, il grecista Lucio Ammenda, insaziabile e disordinato collezionista di libri, parte dei quali dedicati proprio al formidabil-monte e ai suoi misteri. |
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Con le armi del grande narratore, Ermanno Rea conduce un'indagine in forma di diario sulle ragioni del suicidio di Francesca Spada, giornalista culturale de l'Unità e critico musicale. A ospitare la vicenda è una Napoli lacerata dalla guerra fredda. L'inchiesta è resa difficile dalla distanza temporale da eventi avvenuti oltre trent'anni prima, in un momento in cui le coscienze si confrontavano in modo ossessivo con la politica. Una stagione per certi versi drammatica in cui si intersecano le ragioni esistenziali dei protagonisti, il destino di una città come Napoli (il cui porto era controllato di fatto dagli americani), le incertezze di una generazione appena uscita dalla guerra, alle prese per di più con un Partito comunista ancora fortemente ancorato all'identità stalinista. A poco a poco, con un andamento concentrico, si fa luce sulla complessità dei fatti che spinge la giovane giornalista al suo atto estremo. Da storia privata quindi l'indagine si fa storia collettiva di un'intera classe politica, di una generazione, delle sue speranze e dei suoi valori. |
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