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Книги Dostoevskij Fedor
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«Eroe del romanzo breve «Le notti bianche», opera del periodo cosiddetto «romantico» di Dostoevskij, è la figura del sognatore, nella cui piatta esistenza, chiusa in uno sterile mondo di fantasticherie, piomba per un breve attimo la giovane Nasten'ka. «La mite» e «Il sogno di un uomo ridicolo»sono due capolavori dello scrittore russo. Dostoevskij ci presenta nel primo il racconto introspettivo di un marito che veglia la giovane moglie morta suicida; il secondo è il monologo di un uomo che, abbandonato da tutti e deciso ad uccidersi, sprofonda in un sogno che lo trasporta in un mondo primordiale, dove gli uomini vivono in uno stato di felicità, privi della sofferenza e del peccato.» |
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«Delitto e castigo» e un romanzo giallo? Gli ingredienti ci sono tutti: un delitto, un delinquente e un investigatore, oltre a un ambiente complesso e misterioso come Pietroburgo. Ma, come giallo, e un ben strano romanzo: all'inizio assistiamo al delitto, sappiamo quindi chi e il delinquente, e il resto del libro, la sua maggior parte, e dedicata a un'inchiesta in cui l'investigatore, non meno del lettore, conosce gia il colpevole. Eppure, se la prima parte, quella del delitto, e piena di febbrile tensione, le parti successive sono addirittura convulse. Scrivendo il piu geniale romanzo poliziesco che si conosca, Dostoevskij dunque ha violato le leggi del «genere», e prima di tutto la legge per cui la scoperta finale dell'assassino annulla tutto l'intrigo che a quel risultato ha portato, complicando insieme il percorso verso di esso. Delitto e castigo invece riceve nuova luce a ritroso dal suo finale e permane in tutta la sua ricchezza di significati.» |
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«Dostoevskij era uno di quei rari geni che avanzano d'opera in opera, per una sorta di progressione continua, fin che la morte non li venga bruscamente a interrompere. Nessun ripiegamento in quella sua focosa vecchiaia, non più che in quella di Rembrandt o di Beethoven, al quale mi piace paragonarlo; un sicuro e violento approfondirsi del suo pensiero» (André Gide). Fëdor M. Dostoevskij (1821-1881), scrittore russo. Cominciò a pubblicare nel 1846, con Povera gente e Il sosia. Seguirono Umiliati e offesi (1861); Memorie dal sottosuolo (1864); Delitto e castigo e Il giocatore (1866); L'idiota (1868); I demoni (1871-72).» |
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«Uscito a puntate, nel 1865, sulla rivista «Epocha» (Epoca), «Ricordi dal sottosuolo», scritto sotto forma di un monologo-confessione, è uno dei più terribili e impietosi viaggi all'interno della coscienza umana della letteratura europea. Il protagonista è un ipocondriaco che vive ai margini della società, scrutandola (e scrutandosi) con odio e sospetto. È il romanzo della svolta artistica e filosofica dello scrittore russo. Come scrive Pacini nella sua Introduzione, in questo romanzo «Dostoevskij ha individuato e descritto il nemico da combattere: quel sottosuolo che è la quintessenza di ciò che chiude l'uomo nel cerchio dell'odio e della lotta, che lo fa arroccare su se stesso, condannandolo a macerarsi nella solitudine e nella disperazione. Da questo momento la sua via come romanziere è definitivamente segnata, ed egli la perseguirà convinto che sia l'unica via praticabile, quella che conduce verso l'amore e verso Cristo».» |
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«Al centro delle «Notti bianche», racconto pubblicato per la prima volta nel 1848, c'è un sognatore, un giovane che vive una vita tutta sua, avulsa dalla realtà, fatta di chimere, fantasticherie, impalpabili emozioni. Nelle calde notti senza tramonto di una Pietroburgo estiva e deserta, il timido e notturno protagonista, triste vittima della vita urbana, vagabonda senza meta per la città fra palazzi e canali, e sogna a occhi aperti. Proverà a inseguire l'amore: quello della bella e appassionata Nasten'ka, che però ama, desidera, attende un altro. Così, dopo quattro notti di esaltata eccitazione, l'ultimo mattino porta con sé un amaro risveglio: il disincanto di un addio. Introduzione di Fausto Malcovati.» |
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«Ne «L'idiota», per ammissione dello stesso Dostoevskij, c'è tutto quel che nel suo animo premeva. Sulla vita del grande romanziere russo si stanno addensando le ombre del dolore e della tragedia e il suo genio sta formando i panorami più vasti e terribili della sua opera. È al culmine del suo travaglio creativo. Scrive, nella storia delicata e drammatica del principe Myskin, un romanzo che si interroga sul senso della bellezza della natura umana, e sul tentativo di far vincere il bene sul sopruso e sul male. Le doti di finezza e di crudità psicologica, il senso dello smisurato mistero della libertà umana danno vita a una vicenda affascinante e avvincente.» |
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